Retropalco
silenzi e sospiri a un passo dalla scena
Retropalco è una mostra fotografica:
in un contesto informale espongo alcune tra le foto che ho scattato nei backstage che mi hanno ospitata, un ambiente il cui potere ispirativo è noto, un punto di osservazione intimo e privilegiato.
Perché produrre una nuova testimonianza, dunque? Perché i sentimenti umani sono ricorrenti e unici insieme, perché anche un rito scolastico come un saggio di danza muove la piccola parte unica di chiunque vi partecipi.
Retropalco nasce e resta lì, nell’ombra, a cercare di fissare l’incanto di quanto le minime originalità di ognuno di noi possano tenere in piedi il senso dell’abitare questo pianeta.
Da martedì 21 luglio Retropalco è qui:
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Quelqu'un m'a dit
Le parole che mi avete scritto nel guestbook
Ho respirato emozioni retrò.
È stato difficile uscire da quelle stanze in bianco e nero... Grazie!
Elena
Esperta di moda
Cura del particolare, eleganza e forte evocazione emotiva caratterizzano secondo me le foto di Annarita, che mette lo spettatore nelle condizioni di confrontarsi con i propri sentimenti più profondi.
Rossana
Fotografa
Se è vero che fotografare significa scrivere con la luce, le foto di Annarita ce lo mostrano con potenza ed incisività. È la luce a fare da protagonista in questa serie di fotografie realizzate nel dietro le quinte di un lavoro teatrale dove, quasi come legge del contrappasso, la luce è scarsa soprattutto in rapporto a quanta ce n'è poi in scena. E allora, la (poca) luce che Annarita è riuscita a catturare, va a significare atmosfere nascoste, palpitanti di tensione e di raccoglimento. È una luce che si posa sui protagonisti dello spettacolo che sta per andare in scena, trasformandosi in linee elastiche e sinuose che "sbucano" dal buio dello sfondo e riempiono uno spazio riempito - come detto - dal desiderio di riuscita degli artisti. Il taglio e la composizione, sono scevre da ogni sorta di manierismo e riflettono una visione unica, originale ed irripetibile in cui si percepisce nettamente la fusione della fotografa col microcosmo in cui estemporaneamente si trova e il suo desiderio di raccontare e non già di descrivere e di farci percepire il pulsare del suo cuore sincrono al pulsare del cuore di chi è al di là del mezzo fotografico.
Alberto Busini
Presidente del circolo fotografico "Estate 1826"
È stata avvolgente. La scelta degli scatti raccontava una storia. I soggetti e le scene si prendevano molto più spazio di quello in cui erano confinati e andavano ben oltre le due dimensioni. Non trovava limiti nemmeno nei sensi: coinvolgeva molto di più della vista. I rumori di passi sulle scale, le voci, il profumo del palco. Tutto questo si sentiva. Quindi sì, questa è una mostra da sentire. Contenuta ma senza confini di tempo e di spazio. Bellissima.
Sara
Scrittrice